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23.6.06

De Castro: niente protezionismi, ma barriere anti-concorrenza sleale

«Per facilitare il consumo dei prodotti italiani è necessario il rispetto delle regole e norme che evitino le distorsioni di concorrenza». Il ministro per le Politiche agricole, Paolo De Castro, traccia la linea su cui cercherà di stringere alleanze all’interno dell’Unione Europea. Il primo banco di prova è arrivato dal consiglio dei ministri dell’Agricoltura che ha affrontato il problema del rapporto tra colture biologiche e OGm. Spiega il ministro: «I vecchi strumenti di aiuto all’agricoltura, piccole sovvenzioni sparpagliate, non servono più. Occorre una politica agraria nuova, non protezionistica, con un’attenzione particolare alla grande distribuzione». Anche perché gli aiuti sono un semplice palliativo visto che «è inutile produrre a Niscemi carciofi senza anticrittogamici se poi nel mercato troviamo gli ortaggi egiziani coltivati con prodotti da noi considerati nocivi». Ecco perché «è necessario far rispettare le regole Ue agli altri Paesi» e per farlo «serve una presenza europea che crei un sistema di regole che eviti la distorsione della concorrenza».In questo quadro, allora, è possibile puntare al mercato mondiale. Spiega il ministro: «Le nostre imprese per crescere devono uscire dal mercato nazionale ormai saturo e diventare più forti nei mercati esteri ed in questo può diventare importante e strategica la grande distribuzione». De Castro prende come modello la Francia e l’esperienza che ha legato i produttori agricoli transalpini con Carrefour: «Dovremo trovare il modo per riuscire ad avere anche in Italia un'alleanza strategica che porti i nostri prodotti non solo negli scaffali della distribuzione nazionale ma anche in quella degli altri Paesi». Torniamo al biologico, alla necessità di dare un quadro giuridico di questa produzione in Europa. La posizione dell’Italia è chiara: «Nel settore del biologico pretendiamo una soglia delle sementi Ogm free che sia molto al di sotto dello 0,9% previsto per le colture convenzionali», spiega il ministro. Solo lo zero strumentale, infatti, «ci dà la massima garanzia. La questione riguarda le sementi destinate alla produzione biologica certificata Ogm free, quindi non possiamo avere la stessa soglia di tolleranza prevista per le sementi tradizionali». La Commissaria europea all’agricoltura Mariann Fischer Boel sostiene invece l’applicazione anche al biologico della stessa soglia di tolleranza sulla presenza fortuita di Ogm applicata alle produzioni tradizionali. In caso contrario, la commissaria ritiene che i costi di produzione sarebbero molto elevati per il biologico. Il confronto, dunque si annuncia serrato anche se la linea dell’Italia che punta alla riduzione dell'attuale tasso di tolleranza potrebbe trovare l’appoggio di Austria, Belgio, Polonia, Grecia, Lituania, Lettonia, Slovenia e Cipro. Il fronte, però, potrebbe allargarsi anche a Francia e Spagna. De Castro è stato invitato a recarsi nelle prossime settimane a Parigi dal collega francese, Dominique Bussereau. Il ministro italiano incontrerà poi a fine giugno la collega spagnola, Elena Espinosa, in occasione del vertice Ufficio internazionale del vino e della vite (Oiv). In quell’occasione De Castro dovrebbe affrontare anche la problematica della presenza di trucioli nel vino. Sul fronte interno il ministro, nel corso di un comizio a Palermo, ha annunciato la possibilità di allungare i tempi per il pagamento rateizzato del contributo unificato. Secondo De Castro «non ci sarà nessun condono tombale per le migliaia di agricoltori italiani che dovranno pagare i contributi agricoli unificati. Pagheranno, ma pagheranno il giusto e con una rateizzazione la più lunga possibile, invece dei 15 anni proposti dal ministro Alemanno, si può arrivare a 20 anni».