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19.5.06

Tre centri per lo studio e la conservazione della Biodiversità

Sono tre i Centri per lo Studio e Conservazione della Biodiversità Forestale del Corpo Forestale dello Stato che si occupano della tutela e valorizzazione della biodiversità, in campo e in laboratorio, attraverso programmi specifici. In particolare i Centri di Pieve Santo Stefano (Arezzo) e Peri (Verona), in attività rispettivamente dal 1961 e dal 1974 sono specializzati nella conservazione del genoma forestale e contribuiscono alla salvaguardia di oltre 200 specie arboree ed arbustive presenti nei vari habitat del territorio nazionale, anche ai fini di interventi di recupero ambientale rispettosi dei criteri di salvaguardia della diversità genetica locale. In questi Centri sono attivi inoltre laboratori di analisi della qualità dei semi, micropropagazione e di biologia molecolare abilitati alle certificazioni del materiale forestale di propagazione previste dalla normativa vigente. A livello geografico l'attività del Centro di Peri rivolta principalmente alla conservazione di specie rappresentative degli ambienti dell'Italia centro settentrionale (Ecoregione Alpi), mentre quella di Pieve Santo Stefano assicura la raccolta e conservazione di materiale genetico forestale dell'Italia centro meridionale (Ecoregione Mediterraneo centrale). Le sementi prodotte, ove non vengano subito diffuse, sono destinate alla conservazione per coprire le richieste nelle annate con scarsa fruttificazione. A tal fine gli stabilimenti sono provvisti di 7 celle termoregolate, ove le sementi vengono mantenute vitali per periodi più o meno lunghi (1-10 anni). Lo stabilimento di Peri produce una media annua, riferita all'ultimo quinquennio, di 1.100 Kg di seme di Conifere e 7.000 Kg di seme di Latifoglie mentre Pieve, sempre nello stesso periodo, ha realizzato una media di 4.000 Kg di seme di Conifere e di 19.000 Kg di seme di Latifoglie. Il Centro di Bosco della Fontana (Verona) è specializzato in attività di monitoraggio degli invertebrati e degli organismi saproxilici (demolitori del legno) utilizzati come bioindicatori dei livelli di biodiversità e delle variazioni climatiche. Nel campo della conservazione il Centro effettua il monitoraggio scientifico degli interventi di incremento del «legno morto» negli ecosistemi forestali, ritenuti di grande importanza per mantenere una elevata biodiversità, per favorire la regolare evoluzione degli humus e per consentire un accumulo di carbonio che viene rilasciato molto lentamente nell'atmosfera. La sua operatività è assicurata, oltre che dalla struttura del Corpo Forestale dello Stato, anche da una rete di collaborazioni a livello internazionale con circa 100 tassonomi specialisti nel riconoscimento degli insetti, sviluppatasi grazie al costante rapporto scientifico con Università ed i Musei naturalistici nazionali ed europei.