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14.4.06

Le sementi del turbamento

La domanda è semplicemente questa: si vuole che alcune multinazionali monopolizzino l'approvvigionamento mondiale di cibo? Se la risposta è si, si dovrebbe dare il benvenuto all'annuncio del governo, che la piantagione commerciale di una coltivazione geneticamente modificata (GM) può andare avanti. Se la risposta è no, bisognerebbe pentirsene. Il principale sforzo promozionale dell'industria dell'ingegneria genetica è di distoglierci da questo interrogativo.
La tecnologia della modificazione genetica rende possibile alle aziende di assicurare che qualunque cosa noi mangiamo è di loro proprietà. Loro possono brevettare le sementi e i processi che danno loro origine. Possono assicurarsi che le sementi non riescano a maturate senza i loro prodotti chimici brevettati. Possono impedire alle sementi di riprodursi. Comprando tutte le aziende produttrici di sementi concorrenti e bloccandone la produzione, possono impadronirsi del mercato alimentare, il più grande e il più diversificato di tutti.
Nessuno che sia sano di mente accetterebbe volentieri questo, così le multinazionali devono indurci a concentrarci su qualcos'altro. In un primo momento hanno parlato di accrescere la scelta del consumatore, ma quando lo zuccherino è fallito, sono passati al bastone. Adesso ci viene detto che se non appoggiamo l'ingresso delle coltivazioni GM in Gran Bretagna, la nostra scienza di base crollerà. E così, rifiutando di mangiare prodotti GM in Europa, stiamo minacciando il mondo in via di sviluppo con la fame. Entrambi gli argomenti sono, come vedremo, ricchi di immaginazione, ma nelle relazioni pubbliche la forza di persuasione conta per poco. E via così, la faccenda è che si gira attorno alla discussione tanto quanto basta a raggiungere il risultato necessario. E questo significa ingaggiare personaggi di primo piano per far sembrare l'affare a vostro vantaggio.
Lo scorso ottobre, 114 scienziati, molti dei quali ricevono fondi dalle industrie biotecnologiche, hanno inviato una lettera aperta al Primo Ministro sostenendo che la perdita di entusiasmo per le coltivazioni GM in Gran Bretagna "impedirà la nostra capacità di contribuire alla conoscenza scientifica a livello internazionale". Gli scienziati specializzati in questo settore, sostengono, saranno obbligati a lasciare il paese per trovare lavoro altrove.
Perdonatemi se avete sentito parlare di questo prima, ma sembra ci sia bisogno di ripetere. Le coltivazioni GM non sono scienza. Sono prodotti tecnologici della scienza. Sostenere, come Tony Blair e vari autorevoli scienziati hanno fatto, che quelli che si oppongono ai prodotti geneticamente modificati sono "contro la scienza" è come sostenere che coloro che si oppongono alla armi chimiche sono contro la chimica. Gli scienziati non sono sottoposti ad un obbligo maggiore a difendere il cibo geneticamente modificato di quello che essi hanno di difendere la produzione delle bambole Barbie.
Questo non per dire che i firmatari stessero sbagliando a sostenere che alcuni ricercatori, che sono specializzati nello sviluppo delle coltivazioni manipolate, adesso stanno lasciando la Gran Bretagna per trovare lavoro altrove. Dal momento che la gente ha rifiutato i loro prodotti, le aziende di biotecnologia hanno cominciato a ritirarsi da questo paese, portandosi via anche i loro fondi. Ma se gli scienziati legano il loro sostentamento al mercato, possono aspettarsi che il loro sostentamento sia influenzato dagli obblighi del mercato. Le persone che hanno scritto a Blair sembrano pretendere entrambi i punti di vista: i fondi commerciali, isolati dalle decisioni commerciali.
In realtà, il contributo delle aziende di biotecnologia alla ricerca in Gran Bretagna è stato esiguo. Molto più denaro è arrivato dal governo. Il suo Consiglio per la Ricerca in Biotecnologie e Scienze Biologiche, per esempio, finanzia 26 progetti sulle coltivazioni GM e appena uno sull'agricoltura biologica. Se gli scienziati vogliono una fonte di finanziamenti che sia difficilmente messa a repentaglio dall'interesse pubblico, dovrebbero fare pressioni affinché questo rapporto sia invertito.
Ma la condizione degli uomini in camice bianco non è una storia molto lacrimevole. Una forma di ricatto emozionale molto più efficace è quella spiegata sul Guardian la scorsa settimana da Lord Taverne, il fondatore dell'agenzia di pubbliche relazioni Prima. "Il più solido argomento a favore della sviluppo delle coltivazioni GM", ha scritto, "è il contributo che esse possono apportare a ridurre la povertà nel mondo, la fame e la malattia".
C'è qualche dubbio che delle coltivazioni GM abbiano una resa superiore a quella di coltivazioni convenzionali, o che possano essere modificate per contenere più nutrienti, sebbene entrambi questi sviluppi sono stati fortemente pubblicizzati. Due progetti sono stati citati dappertutto: una patata dolce che è prodotta in Kenya per resistere ai virus, e il riso con un apporto superiore di vitamina A.
Il primo progetto è appena fallito. Nonostante i 6 milioni di dollari di finanziamento dalla Monsanto, dalla Banca Mondiale e dal governo degli Stati Uniti, una continua ed ossessiva pubblicità sulla stampa, è andata a finire che ha prodotto nessun miglioramento nella resistenza ai virus e una riduzione nella resa. Proprio nei pressi del confine in Uganda, un programma di coltivazione convenzionale di gran lunga più economico ha quasi raddoppiato la resa delle patate dolci. L'altro (il riso), niente più che una idea, è andato a finire adesso che non è realizzabile nemmeno in teoria: le persone malnutrite sembrano non poter assorbire la vitamina A in questa forma. Ma niente di questo ferma Lord Taverne, o George Bush, o il Consiglio di Bioetica Nuffield dal citarli come rimedi miracolosi per la fame mondiale.
Ma alcuni esperimenti di questo tipo stanno avendo successo, migliorando sia la resa sia il contenuto nutrizionale. Nonostante i migliori sforzi dei sostenitori dell'industria di confondere le due idee, tuttavia, questo non equivale a sfamare il mondo.
Il mondo ha un'eccedenza di cibo, ma ancora le persone patiscono la fame. Hanno fame perchè non possono permettersi di comprarlo. Non possono permettersi di comprarlo perchè le fonti di ricchezza e i mezzi di produzione sono stati accaparrati e in qualche caso monopolizzati dai proprietari terrieri e dalle multinazionali. Lo scopo dell'industria biotecnologica è di conquistare e monopolizzare le fonti di ricchezza e i mezzi di produzione.
Adesso in alcune località, i governi o ricercatori privati generosi stanno producendo coltivazioni GM che sono libere da brevetti e non dipendenti dall'applicazione di pesticidi proprietari, e queste potrebbero ben essere vantaggiose per i piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo. Ma Taverne e gli altri propagandisti stanno cercando di persuaderci ad approvare un modello industriale di sviluppo degli organismi GM nel mondo ricco, nella speranza che questo in qualche modo favorisca il modello opposto di sviluppo nei paesi poveri.
In realtà, è difficile da comprendere che, sulla terra, la produzione di coltivazioni per la popolazione locale nelle nazioni povere e la distribuzione delle sementi siano collegate con le preferenze dei consumatori in Gran Bretagna. Come gli scienziati che hanno scritto a Blair, i ricattatori emozionali vogliono avere entrambe le cose: queste coltivazioni stanno nascendo per alimentare le popolazioni che soffrono la fame, ma queste persone non potranno cibarsene a meno che essi possano esportare questo cibo verso la Gran Bretagna.
E qui ci scontriamo con la verità continuamente omessa riguardo le coltivazioni GM. La grande maggioranza non vengono fatte crescere per alimentare la popolazione locale. Di fatto, non vengono fatte crescere assolutamente per alimentare persone, ma per fornire cibo al bestiame, le cui carni, latte e uova sono poi vendute ai consumatori dei paesi più ricchi del mondo. Il granturco GM che è previsto che il governo approvi oggi non è un'eccezione. Se nei prossimi 30 anni ci sarà una crisi globale del cibo, sarà perchè il terreno coltivabile che dovrebbe produrre cibo per gli uomini sta invece producendo cibo per gli animali.
Le aziende biotecnologiche non sono interessate se la scienza sta godendo o no buona salute o se le persone stanno morendo di fame. Loro semplicemente vogliono fare soldi. Il miglior modo per fare soldi è controllare il mercato. Ma prima che si possa controllare il mercato, si deve innanzitutto convincere la gente che c'è qualcos'altro in gioco.