Informazioni sull'import export di sementi e sui volumi di acquisto e vendita online di semi.

14.3.06

Vendita sementi da orto, da giardino, forestali ed officinali

La moltiplicazione
L’attività di moltiplicazione delle sementi da orto ha visto nel 2005 un’annata positiva. Dopo due annate, il 2003 ed il 2004, decisamente non favorevoli causa le avverse condizioni climatiche, nel 2005 le rese per ettaro in effetti sono state buone, in linea con le medie storiche, ridando fiducia al settore e consentendo sia alle aziende sementiere, che agli agricoltori-moltiplicatori, di ottenere redditi soddisfacenti. La superficie totale coltivata per produrre seme nel 2005 si è aggirata sui 10.150 Ha (indagine AIS), con una riduzione di circa il 10% rispetto alla precedente rilevazione (nel 2002 gli ettari risultarono infatti circa 11.100), dovuta essenzialmente alla perdita di competitività per la consistente rivalutazione dell'euro nei confronti del dollaro Usa (in tre anni, circa il 35%), nonché ad una minore disponibilità degli agricoltori verso tali produzioni, visti i modesti risultati ottenuti con alcune riproduzioni nel corso del 2003. Il mercato ‘spot’ – intendendo come tale le vendite di sementi ortive prodotte dalle aziende moltiplicatrici in maniera autonoma, al di fuori di precisi contratti di moltiplicazione – è risultato in aumento, con maggiori quantitativi di seme collocati sul mercato. Tale aumento non è stato però sostenuto esclusivamente da produzioni interne, ma si è avvalso anche di un sensibile aumento delle importazioni di sementi, cui le aziende sementiere italiane ricorrono sempre più spinte dalla necessità di presentare un’offerta più varia, di essere più competitive sul prezzo e di diversificare il rischio. In conclusione, si può affermare che i volumi di vendita complessivi dei due suddetti segmenti - moltiplicazione su contratto e ‘spot’ - sono risultati leggermente in aumento, pur con variazioni differenti all'interno di ciascuno di essi. Inoltre, che nelle produzioni specializzate ad alto valore aggiunto, quali cavoli ibridi, cipolle e porri, il notevole know-how delle nostre aziende consente ancora all’industria sementiera italiana di mantenere una posizione di leadership sul mercato, mentre sempre più forte si sta facendo la competizione estera nelle produzioni di massa. Con le recenti semine autunnali anche il settore orticolo ha dovuto confrontarsi con la riforma di medio termine della Politica Agricola Comunitaria (PAC). Dopo un periodo di forte incertezza, che ha creato non pochi problemi alle aziende che cercavano di definire nuovi programmi colturali con gli agricoltori, il chiarimento ufficiale per cui sui terreni a premio unico è possibile realizzare colture sementiere orticole ha sbloccato la situazione. La possibilità di potere cumulare il premio unico aziendale con la buona remunerazione delle colture orticole sementiere, ha reso queste ultime particolarmente appetibili nelle aree più vocate e specializzate. Registriamo in questo momento un sensibile aumento nella disponibilità verso le colture portaseme. Non essendo tuttavia prevedibile un analogo aumento della domanda da parte del mercato, è possibile intravvedere possibili perturbazioni sui prezzi a partire dal raccolto 2006. Sempre in materia di moltiplicazione, nel corso del 2005 ha finalmente preso corpo il progetto promosso dalla Regione Emilia-Romagna – nell’ambito della realizzazione del piano sementiero interregionale - per la mappatura del territorio e per la gestione informatica degli isolamenti delle colture allogame, disciplinati dalla legge regionale n. 2/98. Tutte le aziende coinvolte hanno dimostrato forte interesse e chiesto di partecipare: pensiamo che nella seconda parte del 2005 si possa finalmente passare alla sperimentazione in campo. L’introduzione dell'informatica in campagna, per facilitare la collocazione delle coltivazioni ed evitare eventuali vicinanze ed inquinamenti, dovrebbe agevolare il lavoro dei tecnici, a vantaggio della qualità delle produzioni sementiere. Infine nell’agosto 2004 è stato sottoscritto di fronte alla Regione Emilia-Romagna, con il Comitato delle associazioni produttori, un nuovo accordo di moltiplicazione per il settore orticolo, che aggiorna quello risalente all’ormai lontano 1985. Analogamente, si è proceduto per quello bieticolo. L’accordo, che mira a valorizzare la qualità delle produzioni sementiere orticole attraverso una maggiore e più qualificante collaborazione tra le figure interessate (aziende sementiere ed agricoltori-moltiplicatori), ha già portato ad attivare un tavolo di lavoro comune.
Il mercato delle sementi professionali
Il mercato dell’ortaggio fresco ha vissuto nel 2005 un anno difficilissimo, con ovvie conseguenze negative anche sui risultati economici delle aziende sementiere del segmento professionale. Ad una partenza tutto sommato positiva, hanno infatti ben presto fatto seguito problemi di sovraproduzione favoriti dal buon andamento stagionale, in Italia così come nel resto d’Europa. Nel contempo, mentre la stagnazione economica che stiamo attraversando ha portato le famiglie italiane a diminuire i consumi di ortaggi, i mercati e la GDO in testa hanno potuto beneficiare di produzioni abbondanti e di qualità, delle più diverse provenienze (Spagna, Nord Europa, Nord Africa, Paesi dell’Est). La domanda contratta e l’offerta abbondante hanno determinato il più grave crollo dei prezzi degli ortaggi freschi all’origine che si sia mai registrato, messo drammaticamente in evidenza da prezzi al consumo superiori di 10-20 volte a quelli pagati al produttore. La mancanza di liquidità da parte di agricoltori e vivaisti ha portato alcuni di essi ad abbandonare l’attività (con buona pace dei crediti delle aziende sementiere), oppure a cercare soluzioni alternative, nel tentativo di contenere i costi di produzione. Alle sementi originali, di qualità, si è giunti a preferire quelle riprodotte, facendo balzare nel nostro Paese tale attività non autorizzata a punte mai viste. Si è persino fatto ricorso alla riproduzione vegetativa non autorizzata degli ibridi maggiormente diffusi, con evidenti ripercussioni negative per l’intero settore. L’AIS si è impegnata per cercare di limitare gli effetti negativi di tali azioni, cercando di attivare collaborazioni con i vivaisti (COVI) e di sensibilizzare anche la GDO; la strada da percorrere è però ancora lunga ed impegnativa. Per quanto riguarda il mercato, i prodotti maggiormente penalizzati dalle quotazioni sono risultati gli ortaggi facilmente conservabili e trasportabili quali cipolle, zucche, carote, pomodori, peperoni, angurie e meloni. Il fenomeno delle riproduzioni non autorizzate ha avuto invece ripercussioni negative sulle sementi di lattuga-indivia e di finocchio, al punto che alcune ditte estere costitutrici hanno sospeso l’introduzione e la diffusione in Italia delle loro novità, con ovvie conseguenze per la qualità e competitività delle produzioni orticole nazionali. Dal punto di vista normativo, il settore attende impaziente l’attuazione da parte del nostro Ministero della decisione 2004/842/CE del 1° dicembre scorso, in merito alla commercializzazione di sementi di varietà in corso di iscrizione. Tale provvedimento, oltre a ridare interesse al Registro italiano e permettere di presentare con immediatezza le nuove varietà ai produttori, dovrebbe eliminare quelle sperequazioni createsi nel tempo tra i diversi paesi della Comunità.
Il segmento hobbistico
Il segmento hobbistico è stato indubbiamente condizionato dall’andamento stagionale non certo favorevole che ha visto inizialmente la siccità, e successivamente le pioggie persistenti, condizionare le vendite nei periodi cruciali dell’anno. Nel corso del 2005 non si sono verificate variazioni rilevanti per quanto riguarda i quantitativi di sementi vendute. Resta confermata la tendenza ad una lenta ma costante riduzione del segmento a favore della cessione diretta di piantine, sempre più preferite dall’utilizzatore finale. La riduzione generale dei consumi non ha certo risparmiato il segmento hobbistico e soltanto le aziende più attente e meglio strutturate sono state capaci di promuovere iniziative per difendere le proprie quote di mercato, operando soprattutto una decisa riduzione dei costi. In forte difficoltà invece le strutture aziendali di minori dimensioni, meno dinamiche e con un’offerta commerciale più limitata, contrastate da una concorrenza estera molto agguerrita.
Alcuni aspetti di attualità del 2005
Ricordiamo che nell’ottobre 2005 è stata pubblicata sulla Gazzetta europea la domanda di registrazione della denominazione di origine protetta (DOP) per il basilico genovese, come prodotto fresco. Trascorsi sei mesi per eventuali osservazioni, la Comunità potrebbe approvare e registrare ufficialmente tale denominazione protetta, dopodichè non sarà più possibile utilizzare sull’intero territorio comunitario (in Italia tale possibilità di fatto è già negata dal provvedimento di protezione temporanea riconosciuta dal MIPAF nel 2001!) la denominazione ‘Genovese’ nella vendita delle sementi di tale specie. Dato l’interesse per tale prodotto e la sua larga diffusione, è auspicabile che in ambito AIS si possa giungere ad individuare una denominazione alternativa per tale materiale ed evitare possibili confusioni sul mercato. Altro nuovo tema emerso nel corso del 2005 è la decisione comunitaria di limitare alle sementi certificate, escludendo quindi le standard, i benefici erogati per i programmi di miglioramento qualitativo delle produzioni orticole, tramite l’acquisto di sementi di qualità. Poiché non c’è e non è pensabile si possa facilmente programmare una produzione certificata di tali sementi, il problema è stato sollevato in ambito ESA, così come nelle competenti sedi regionali e ministeriali.