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14.2.06

Semi di colza e biodiesel

L'olio di colza è l'emblema della possibilità di usare oli vegetali come carburanti per auto. La notizia non è nuova, ma periodicamente si riaccendono le speranze e scattano assalti ai supermercati per fare incetta di olio di semi per la propria vettura.
Il vero biodiesel – Viene prodotto principalmente con olio di colza e di girasole e, come dice il nome, è sicuro e biodegradabile.
Le caratteristiche principali:
- non contiene zolfo (responsabile delle piogge acide)
- rilascia poca anidride carbonica durante la combustione
- è compatibile con il funzionamento e le prestazioni dei motori
- è meno fumoso del gasolio tradizionale
- consente una maggiore efficienza delle marmitte catalitiche.
I sementi vegetali vengono trasformati in biodiesel con una modalità di produzione che arriva a una miscela finale di esteri metilici degli acidi grassi (processo di transesterificazione); per produrre un kg di biodiesel occorrono circa 2,5 kg di semi e un kg di olio. Il rapporto fra le quantità di carburante e di olio di semi è quindi molto vicino all'unità; il processo però costa ed è il rovescio della medaglia dei punti positivi precedentemente espressi: infatti il biodiesel costa il doppio del gasolio. Grazie ad agevolazioni fiscali (limitate però a quantità predeterminate, 300.000 t/anno, finanziaria 2001) che esonerano dall'accisa, il costo può scendere sotto quello del gasolio.
La trovata – Molti automobilisti hanno scoperto che è possibile far funzionare le auto diesel con semplice olio di colza o, al limite, olio di semi vari.
Cosa c'è dietro questa scoperta?
Applicando il banale principio del Ma se… è abbastanza normale ritenerla molto dubbia: ma se basta l'olio di colza, le aziende che producono Biodiesel che chimici hanno? Un mare di complicazioni quando si poteva usare il prodotto iniziale? Evidentemente devono esserci delle difficoltà.
Vediamole.
Si consiglia di mischiare olio di semi e gasolio. Le percentuali variano da un 30-35% d'inverno a un massimo del 60-70% d'estate. Quindi il risparmio è più modesto di quello che si avrebbe con una sostituzione totale. Non va oltre i 20 centesimi per litro. Con una percorrenza media il risparmio arriva a 200 euro all'anno, ma occorre approvvigionarsi di quantità non indifferenti di olio di semi. In altri termini, per risparmiare (forse) 200 euro all'anno spendo un po' del mio tempo a caricarmi lattine di olio di semi in macchina: se usassi quel tempo per lavorare (anche semplicemente tagliando il giardino ai miei vicini di casa) probabilmente guadagnerei la stessa cifra. Morale: la vicenda dell'olio di colza è un esempio di falsa furbizia.
Non tutti i motori accettano bene l'olio di colza (di semi); in diversi casi si hanno danni alla pompa o agli iniettori; tali danni sono documentati nei vari forum sull'argomento da utenti che hanno provato l'innovazione, ma sono dovuti tornare al gasolio.
L'utilizzo di olio di colza fa decadere la garanzia, quindi è abbastanza logico pensare che la casa automobilistica possa comunque far pagare al cliente anche danni non provocati dall'olio di colza. Nell'immagine lo sportello del serbatoio della nuova Skoda "Octavia": il fatto che il gruppo Volkswagen è sempre stato fra i sostenitori del biodiesel dovrebbe far meditare…
L'uso di olio di colza come carburante è illegale perché chi lo fa froda il fisco. Secondo il Testo Unico in materia di accise (1995), qualsiasi prodotto usato come carburante o come additivo deve essere soggetto a tassazione. Su questo punto c'è molta confusione perché molti pensano di essere in regola confondendo l'IVA con l'accisa.
Come si vede il trucco dell'olio di semi è una di quelle scorciatoie che piacciono tanto a chi vuole essere furbo senza fare fatica. La cosa più incredibile è che la sostituzione del gasolio con normale olio di colza è perorata spesso da personaggi vicini all'ecologismo più puro.
Infatti, il punto di fumo di oli di semi di scarsa qualità è molto basso, tant'è che sono sconsigliati per la frittura. Ciò significa che a temperature tutto sommato modeste rilasciano sostanze tossiche. Il principio di lavorazione che partendo dall'olio di colza o di girasole arriva al vero biodiesel serve anche per evitare che ciò accada. Quindi chi usa olio di semi per il proprio motore è sicuramente un inquinatore.
Il futuro – L'impiego e l'espansione del biodiesel (quello vero) è previsto dall'Unione europea che nella direttiva 30/2003 fissa per il 2010 in Italia un consumo di 800.000 tonnellate annue in modo da coprire una quota di circa il 5% del totale dei carburanti. Sicuramente è poco, ma la direzione giusta è la pressione per accelerare e far aumentare questa quota.

1 Commenti:

Blogger Unknown said...

si vede che sei di parte!!!

L'uso di olii anche se porta alla stessa spesa economica, riduce l'inquinamento del 96%.

E non mi sembra poco!!

Non vorrei che tra qualche anno gli scellerati sceicchi italiani ci vendano olio col nome di GASOLIO

7:01 PM

 

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