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15.11.06

Controlli sul riso importato

Dopo la scoperta di riso importato dagli Usa contenente Ogm non autorizzati, sono scattati in Europa i “contro-test” alle dogane o “punti d’ingresso” su ogni partita di riso "long grain" proveniente dagli Stati Uniti per verificare la veridicità della certificazione OGM - free rilasciata dalle autorità americane.Lo dispone un provvedimento comunitario, accolto con positività nei commenti di Diego Furia, direttore della Coldiretti di Novara e Vco, il cui territorio costituisce una delle maggiori realtà risicole italiane (foto Novara).
“E’ un provvedimento teso a garantire trasparenza e sicurezza ai consumatori, in grado di dissipare paure latenti che possono solo far male al mercato e, di riflesso, alle nostre imprese” dice Furia.“Coldiretti ha sempre sostenuto la necessità di misure di trasparenza sulle etichette delle confezioni di riso, e ciò per evidenziare soprattutto la grande qualità del nostro prodotto nazionale, il migliore d’Europa e del mondo: ora, ai consumatori, va rinnovato l’invito a scegliere riso “made in Italy” così da portare in tavola, senza alcun timore, “trasparenza, qualità, rintracciabilità e sicurezza alimentare”… tutto in un semplice chicco di riso”.Ma torniamo ai controlli comunitari: la decisione, già operativa, è stata assunta dal Comitato permanente per la Catena alimentare e la salute degli animali, su proposta della Commissione europea: l’arrivo di riso contaminato in diversi Stati Europei (Francia, Svezia, Germania, Austria, Gran Bretagna) ha dimostrato la particolare gravità e dimensione dell'allarme, sul quale va ad innestarsi anche il ritardo con cui le autorità Usa hanno fornito informazioni all'Unione Europea e dalla recente scoperta di false dichiarazioni Ogm-free, rese in America e richieste dalla Commissione Ue per arginare il fenomeno. Situazione complessa, dunque, che gli stessi agricoltori statunitensi hanno riconosciuto con la decisione di citare in giudizio la società produttrice delle sementi contaminate da Ogm: i maggiori danni subiti dai produttori Usa sono imputabili al blocco delle importazioni di riso americano da parte delle autorità giapponesi, che dopo l’insorgere dell’anomalia ha di fatto chiuso i mercati.La speranza di tutti è che possa così finalmente chiudersi una vicenda iniziata da parecchio tempo, ovvero dal 31 luglio scorso quando la società Bayer, produttrice del riso Ogm LLRICE601 non autorizzato, ha informato le autorità statunitensi che solo qualche giorno dopo lo hanno comunicato alla Commissione Ue.E’ stata così varata la norma che obbliga alla presentazione di una certificazione che garantisca l'assenza di ogm per tutte le importazioni di riso mentre ora, con i contro-test, ci sarà un elemento di sicurezza in più a garantire i mercati e i consumatori europei.“Ma il vero obiettivo – conclude il direttore Furia – è giungere presto alla definizione dell’Igp “Valle del Po” per il prodotto degli oltre 200 comuni di Piemonte e Lombardia produttori di un riso che sarà certificato e promosso come essenza della qualità e della rintracciabilità italiana.L’Iter sta attraversando ora le necessarie fasi burocratiche, poi davvero si potrà scrivere una nuova, importante pagina nella storia più che secolare della nostra risicoltura”.