Informazioni sull'import export di sementi e sui volumi di acquisto e vendita online di semi.

26.11.06

In calo le vendite di sementi di mais

Le superfici coltivate a mais in Italia, nel 2006, si sono complessivamente attestate tra destinazione a granella e per insilato su circa 1.180.000 ettari, con una contrazione di 60-70.000 ettari rispetto alla campagna precedente. Lo comunica l'AIS - Associazione italiana sementi, rendendo noti i risultati di una indagine condotta tra le aziende sementiere del settore maidicolo. Il dato elaborato dalle vendite di sementi - sottolinea l'AIS - dovrebbe consentire di avere un'idea più precisa sui reali investimenti nazionali e sulle produzioni effettivamente disponibili sul mercato, visto che le statistiche ufficiali e le stime da altre parti diffuse non sono affatto convincenti. L'indagine AIS sulle sementi di mais ha visto quest'anno anche un approfondimento, elaborato su una quota del mercato delle sementi, circa la destinazione della produzione e le classi di maturità. E' emerso che viene destinato alla produzione di granella il 75% circa della superficie maidicola, mentre alla produzione di insilato il restante 25%. Per quanto riguarda invece il diverso grado di precocità dei materiali coltivati, il mercato si suddivide tra varietà medio-precoci (classi FAO 200, 300 e 400) con circa il 19%, varietà medio-tardive (classi FAO 500 e 600) con il 60% e varietà tardive (classe FAO 700) con il 21%. E' la seconda campagna consecutiva, dopo la riforma PAC avviata nel 2004, che la superficie maidicola in Italia subisce una contrazione. Ed il sensibile aumento con le recenti semine autunnali delle superfici a frumento, soprattutto nelle Regioni del Nord, non lascia grande spazio per un eventuale recupero del mais nella prossima campagna.

Articolo su http://sementi.blogspot.com/

15.11.06

Impiego di sementi nell'agricoltura biologica

L'agricoltura biologica comporta l'utilizzo di sementi ottenute secondo metodi biologici.
Affinché gli agricoltori e le aziende possano più facilmente reperire sementi prodotte secondo metodi biologici, gli Stati membri devono istituire una base dati on line nella quale i fornitori di sementi possano registrare le sementi e i tuberi-seme di patate, prodotti secondo il metodo di coltivazione biologico, che intendono immettere sul mercato.
Qualora non siano disponibili sementi della specie che un coltivatore biologico desidera produrre o non siano disponibili varietà adeguate, è possibile chiedere all'organismo di controllo una deroga per poter utilizzare sementi di tipo non biologico.
Per le specie per le quali in futuro saranno disponibili quantitativi sufficienti di sementi ottenute con metodo biologico non dovrebbe essere autorizzata l'utilizzazione di sementi e di tuberi-seme di patate non ottenuti con il metodo di produzione biologico. Sarà quindi fissato quanto prima possibile un elenco delle specie escluse dal campo di applicazione della deroga.
In attesa che siano adottati criteri adeguati a livello comunitario, le disposizioni applicabili ai materiali di riproduzione vegetativa diversi dai tuberi-seme di patate sono lasciate a discrezione degli Stati membri.

Controlli sul riso importato

Dopo la scoperta di riso importato dagli Usa contenente Ogm non autorizzati, sono scattati in Europa i “contro-test” alle dogane o “punti d’ingresso” su ogni partita di riso "long grain" proveniente dagli Stati Uniti per verificare la veridicità della certificazione OGM - free rilasciata dalle autorità americane.Lo dispone un provvedimento comunitario, accolto con positività nei commenti di Diego Furia, direttore della Coldiretti di Novara e Vco, il cui territorio costituisce una delle maggiori realtà risicole italiane (foto Novara).
“E’ un provvedimento teso a garantire trasparenza e sicurezza ai consumatori, in grado di dissipare paure latenti che possono solo far male al mercato e, di riflesso, alle nostre imprese” dice Furia.“Coldiretti ha sempre sostenuto la necessità di misure di trasparenza sulle etichette delle confezioni di riso, e ciò per evidenziare soprattutto la grande qualità del nostro prodotto nazionale, il migliore d’Europa e del mondo: ora, ai consumatori, va rinnovato l’invito a scegliere riso “made in Italy” così da portare in tavola, senza alcun timore, “trasparenza, qualità, rintracciabilità e sicurezza alimentare”… tutto in un semplice chicco di riso”.Ma torniamo ai controlli comunitari: la decisione, già operativa, è stata assunta dal Comitato permanente per la Catena alimentare e la salute degli animali, su proposta della Commissione europea: l’arrivo di riso contaminato in diversi Stati Europei (Francia, Svezia, Germania, Austria, Gran Bretagna) ha dimostrato la particolare gravità e dimensione dell'allarme, sul quale va ad innestarsi anche il ritardo con cui le autorità Usa hanno fornito informazioni all'Unione Europea e dalla recente scoperta di false dichiarazioni Ogm-free, rese in America e richieste dalla Commissione Ue per arginare il fenomeno. Situazione complessa, dunque, che gli stessi agricoltori statunitensi hanno riconosciuto con la decisione di citare in giudizio la società produttrice delle sementi contaminate da Ogm: i maggiori danni subiti dai produttori Usa sono imputabili al blocco delle importazioni di riso americano da parte delle autorità giapponesi, che dopo l’insorgere dell’anomalia ha di fatto chiuso i mercati.La speranza di tutti è che possa così finalmente chiudersi una vicenda iniziata da parecchio tempo, ovvero dal 31 luglio scorso quando la società Bayer, produttrice del riso Ogm LLRICE601 non autorizzato, ha informato le autorità statunitensi che solo qualche giorno dopo lo hanno comunicato alla Commissione Ue.E’ stata così varata la norma che obbliga alla presentazione di una certificazione che garantisca l'assenza di ogm per tutte le importazioni di riso mentre ora, con i contro-test, ci sarà un elemento di sicurezza in più a garantire i mercati e i consumatori europei.“Ma il vero obiettivo – conclude il direttore Furia – è giungere presto alla definizione dell’Igp “Valle del Po” per il prodotto degli oltre 200 comuni di Piemonte e Lombardia produttori di un riso che sarà certificato e promosso come essenza della qualità e della rintracciabilità italiana.L’Iter sta attraversando ora le necessarie fasi burocratiche, poi davvero si potrà scrivere una nuova, importante pagina nella storia più che secolare della nostra risicoltura”.

Nasce il Manifesto liberi da ogm

No agli Ogm, difesa delle tradizioni, delle biodiversità, della cultura e del territorio. Sono questi i valori dell'agricoltura e dell'agroalimentare italiano che guarda al futuro fissati nel manifesto promosso dal Consiglio dei Diritti Genetici di Mario Capanna, sottoscritto da 18 organizzazioni, rappresentanti del mondo agricolo, di quello ambientalista, dell'artigianato, della grande distribuzione, dei consumatori e della scienza, presentato ieri a Roma, e al quale ha aderito oggi il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro.«L'obiettivo – ha spiegato Capanna – è quello di riportare l'agroalimentare e l'agricoltura al centro dello sviluppo. È tempo infatti - ha detto - che il settore primario torni a ricoprire un ruolo centrale in Italia con una conseguente rimodulazione degli impegni di spesa e di quelli politici del Governo». La lotta agli Ogm è il capitolo più vicino da affrontare. La prima tappa per il cartello delle 18 organizzazioni è quella di premere sul governo perché si opponga all'emendamento Ue che ammetterebbe una contaminazione ogm anche nelle coltivazioni biologiche. «Proprio questo emendamento fa saltare l'altarino della tanto sbandierata possibilità di coesistenza fra colture ogm e non ogm» attacca Campana. Per le organizzazioni che aderiscono al manifesto, il governo non deve limitarsi a votare contro ma deve trovare alleanze vincenti contro gli Ogm. Oggi la coalizione liberi da Ogm si è autoconvocata al Ministero delle politiche agricole, forestali e alimentari per affrontare i problemi connessi alla normativa comunitaria sugli ogm. E l’incursione ha portato buoni frutti. Tolleranza zero sugli Ogm nel biologico e adesione al manifesto programmatico sugli Ogm. È quanto ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Paolo De Castro, intervenendo agli Stati generali della coalizione Liberi da Ogm che si sono riuniti per discutere della proposta di regolamento del Consiglio europeo, relativo alla produzione e all'etichettatura dei prodotti biologici che dovrebbe sostituire il regolamento esistente, in vigore dal 1991. Fin dalla prima versione, rileva il Consiglio dei diritti genetici, nel regolamento è stato introdotto il principio secondo il quale ai prodotti biologici verrebbero applicate le stesse soglie di contaminazione da Ogm stabilite per i prodotti convenzionali, ovvero lo 0,9%.«Su questo daremo battaglia – ha aggiunto De Castro – anche per quanto riguarda le sementi e se riusciamo a togliere dal campo i frankenstein-food faremo già dei passi avanti, unire il mondo animale e vegetale è eticamente scorretto e su questo potremo trovare condivisione anche del mondo cattolico, si può ragionare, invece, sugli Ogm si seconda generazione, intraspecie». Ora, l'ampio schieramento di forze che si è messo in moto conta su «impegni e comportamenti del governo italiano - ha commentato Mario Capanna - sia a Roma che a Bruxelles». E proprio in sede comunitaria, il ministro auspica che sarà possibile fare passi avanti, in particolare sotto la presidenza tedesca, dalla quale «riceveremo una mano» come ha spiegato De Castro che ha incontrato ieri il ministro dell'agricoltura tedesco Horst Seehofer.