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26.1.05

Modelli di compravendita delle sementi

Una volta assicurata la vendita a prezzi di dumping (sottocosto) di sementi contenenti OGM nei paesi poveri , il passo successivo da parte delle ditte transnazionali è quello di distribuire il prodotto OGM non solo attraverso i canali commerciali ordinari, ma anche e soprattutto attraverso l'eliminazione della concorrenza delle ditte sementiere locali tramite la loro acquisizione e il loro controllo finanziario e commerciale.
Le stesse aziende locali, in possesso del controllo quasi totale della commercializzazione di sementi, una volta passate sotto il controllo dei giganti biotech Dupont-Monsanto-Novartis-AstraZeneca, hanno poi provveduto a modificare geneticamente alcuni caratteri delle sementi e a brevettarle come invenzioni.

I controlli sulle sementi nel 2004

Sono stati completati i controlli per verificare l’assenza di OGM nelle sementi di mais e soia.
Il decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 27/11/2003, che le ha approvate, prevede che:
il 100% delle sementi che vengono commercializzate in Italia deve essere accompagnato da un'autocertificazione delle ditte sementiere sull'assenza di OGM;
almeno il 20% dei lotti di semente posti in commercio viene nuovamente verificato da parte dell'Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICRF), dall'Ente Nazionale per le Sementi Elette (ENSE) e dall'Agenzia delle Dogane, in coordinamento con i Servizi Fitosanitari Regionali.
I controlli per la campagna di semina 2004 sono partiti il 1 dicembre 2003.
L'ICRF e l'ENSE hanno prelevato tutti i campioni di mais e di soia per l'esecuzione delle analisi allo rispettando i termini di tempo previsti dal decreto ministeriale e dalla successiva modifica (2 marzo per la semente di mais e 30 marzo per la semente di soia).
L'Agenzia delle Dogane completa i controlli prelevando d'ufficio campioni su tutte le partite di semente che transitano per i punti di importazione.

Presso gli stabilimenti di lavorazione delle sementi e i magazzini presenti in Lombardia sono stati prelevati 418 campioni di cui 313 di mais e 105 di soia. I campioni positivi sono stati 14 per il mais e 3 per la soia, pari rispettivamente al 4,5% e al 2,9% dei campioni analizzati. In Lombardia sono stati controllati 36.568,9 quintali di semente di mais e 16.973,6 quintali di semente di soia.
A livello nazionale i controlli hanno riguardato 803 campioni di mais e 172 campioni di soia: i campioni positivi sono stati 27 per il mais e 3 per la soia, pari rispettivamente al 3,36% e all’1,76% dei campioni analizzati. Nei campioni positivi sono state rilevate le seguenti presenze di OGM: nel 50% lo 0,1%, nel 30% lo 0,2 e nel 13% lo 0,3%. In un campione di mais è stata rilevata una presenza dello 0,5% e in un campione di soia dello 0,8%.
I campioni effettuati presso gli stabilimenti e magazzini presenti in Lombardia rappresentano il 39% dei campioni di mais e il 61% dei campioni di soia prelevati a livello nazionale; in peso corrispondono rispettivamente al 33% e al 78% del fabbisogno nazionale di sementi.
A livello nazionale sono stati controllati 109.168,2 quintali di sementi di mais. Tale quantitativo è pari al 38% del fabbisogno annuale di seme di mais e al 50,2% del quantitativo lavorato od introdotto in Italia fra novembre 2003 e febbraio 2004. Per quanto riguarda la soia sono stati controllati 21.581,2 quintali di semente, pari al 18% del fabbisogno nazionale di semente.

18.1.05

Mais transgenico

Gli ogm sono prodotti in laboratorio: si parte da prodotti naturali che vengono poi "manipolati" geneticamente per avere piante più rigogliose, per aumentare la quantità dei raccolti e per renderli più resistenti alle avversità atmosferiche, ai parassiti e alle patologie delle piante. Ma secondo molti studiosi questi ogm avrebbero conseguenze negative sulla salute dell'uomo. Per questo motivo in Europa vi è molta cautela sull'uso degli organismi geneticamente modificati. Le attuali normative comunitarie vietano in maniera categorica la coltivazione di ogm, anche se il comitato scientifico della Ue ha spiegato che la presenza di ogm nelle sementi è "tecnicamente inevitabile". In Italia vi è il divieto per le sementi. La legge italiana non ammette neppure la presenza accidentale di ogm nelle sementi. Invece per quanto riguarda gli alimenti è consentita una tolleranza fino all'uno per cento a patto che nell'etichetta sia indicata la presena di ogm. Il ministero delle Politiche agricole ha previsto, attraverso una circolare del 13 dicembre scorso, regole ferree con le quali ha fissato, per la campagna di semina 2005, le modalità di controllo delle sementi di mais e soia per la presenza di ogm. Per effetto di questo provvedimento, firmato dal ministro Alemanno, furono sequestrati il 10 marzo scorso alcuni lotti di sementi risultati contaminati. Le società interessate, tra cui la Pioneer Hi-Bred, avevano presentato ricorso al Tar del Lazio contro il sequestro e contro la circolare ministeriale. Ma proprio il 2 aprile scorso il Tar ha rigettato il ricorso ribadendo che rimane in vigore legittimamente la disposizione che prevede la "tolleranza zero" nei confronti selle sementi ogm. Una decisione, quella dei giudici amministrativi, accolta con favore sia dalle associazioni dei consumatori sia dalle organizzazioni agricole. La Coldiretti è in linea con la totale chiusura nei confronti degli ogm. Per questo motivo non teme l'inchiesta avviata in Lombardia ma ribadisce che le responsabilità di eventuali illegalità non possono ricadere sugli agricoltori, che sono in assoluta buona fede e che non hanno alcuna possibilità di verificare la qualità delle sementi. Anche perché i "documenti" dei semi ogm provenienti dall'America vengono "ripuliti" attraverso un passaggio intermedio: vengono prima importate in alcuni paesi europei, qui lasciano la "cittadinanza" americana e si trasformano in semi "europei". Siccome in Europa gli ogm sono vietati, si presuppone che quelle sementi siano "pulite". Invece nascondono una diversa identità. L'unica possibilità di salvezza per i produttori è quella di acquistare semi prodotti da aziende italiane.

Articolo di http://sementi.blogspot.com/

14.1.05

E' slittata la legalizzazione della contaminazione delle sementi convenzionali con semi Ogm, senza alcuna etichettatura

A spiegarlo, dopo la riunione del collegio, un portavoce della Commissione Prodi, che ha precisato: ''per la soglia di tolleranza ci sono vari pareri, alcuni accetterebbero lo 0,3%. Ma le informazioni fornite oggi al presidente Prodi lo hanno indotto a concludere che non siamo pronti per prendere una decisione''. Il portavoce ha poi spiegato che ''la valutazione d'impatto economico, cioe' sui produttori e sull'industria, non era sufficiente per decidere e abbiamo concluso che non e' questo il momento adatto''. Comunque l'esecutivo ha approvato l'iscrizione formale di 17 varietà derivate dal mais 810 Monsanto, nel catalogo Comune Ue delle Varietà delle specie agricole. E il Commissario per la salute e la protezione del consumatore, David Byrne, ha chiarito che ''l'iscrizione e' un passo consequenziale'' e che ''il mais è stato valutato per essere innocuo e sicuro per la salute umana e l'ambiente. E' cresciuto per anni in Spagna senza causare danni''. A proposito della decisione di rimandare la discussione sulle soglie di tolleranza, Legambiente, che si e' battuta per far in modo che la Commissione non prendesse una posizione, ha scritto in una nota diffusa a Bruxelles: "non possiamo far altro che ringraziare il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e tirare un respiro di sollievo".

Il controllo del mercato delle sementi in Italia

Il mercato in Italia delle sementi di mais è controllato per il 60% dalla multinazionale statunitense Pioneer Hi-Bred; il 20% è riconducibile a Novartis, Monsanto e sementieri francesi.
Il grado di autoapprovvigionamento è pari al 18-20%, in costante calo a partire dall’inizio degli anni ‘90.
E’ mancata una politica di settore idonea e dopo la crisi della Federconsorzi e della Ferruzzi sono mancati soggetti collettivi o privati in grado di garantire i necessari investimenti nella distribuzione.
Per quanto riguarda la standardizzazione delle sementi è opportuno evidenziare che 10 varietà ibride coprono la metà del mercato del mais da granella (forte semplificazione della variabilità genetica della specie).
La ricerca nazionale ha approntato negli ultimi anni una decina di ibridi validi, ma mancando società medio-grandi in grado di competere nella distribuzione non sono stati valorizzati.
In Francia il tasso di autoapprovvigionamento è pari al 60% del fabbisogno, la produzione di seme è curata da consorzi espressione della filiera cerealicola controllati direttamente dai produttori.
Attualmente la produzione di sementi nazionali è concentrata. Sono coltivati 3.000 Ha di mais da seme, per oltre il 50% concentrati nella sola provincia di Cremona (c’è un distretto nazionale per la produzione del seme nelle province di Cremona, Vicenza e Bologna).
Nell’attuale situazione il seme prodotto in Italia è al riparo da contaminazioni OGM.
Per avere un ordine di grandezza delle risorse finanziarie necessarie a rilanciare una significativa produzione nazionale, basti pensare che Pioneer destina circa 150 Mld l’anno per ricerca e sviluppo; occorrerebbero almeno 10 miliardi di investimento iniziale per creare un polo nazionale da affiancare al centro del germoplasma dell’Istituto Sperimentale di Cerealicoltura di Bergamo ma soprattutto sarebbero necessari accordi di filiera simili a quelli francesi.