Informazioni sull'import export di sementi e sui volumi di acquisto e vendita online di semi.

3.8.05

Impiego delle sementi e dei materiali di riproduzione vegetativa nell'agricoltura biologica

L'agricoltura biologica comporta l'utilizzo delle sementi ottenute secondo metodi biologici.
Affinché gli agricoltori e le aziende possano più facilmente reperire le sementi prodotte secondo metodi biologici, gli Stati membri devono istituire una base dati on line nella quale i fornitori delle sementi possano registrare le sementi e i tuberi-seme di patate, prodotti secondo il metodo di coltivazione biologico, che intendono immettere sul mercato.
Qualora non siano disponibili le sementi della specie che un coltivatore biologico desidera produrre o non siano disponibili varietà adeguate, è possibile chiedere all'organismo di controllo una deroga per poter utilizzare le sementi di tipo non biologico.
Per le specie per le quali in futuro saranno disponibili quantitativi sufficienti delle sementi ottenute con metodo biologico non dovrebbe essere autorizzata l'utilizzazione delle sementi e dei tuberi-seme di patate non ottenuti con il metodo di produzione biologico. Sarà quindi fissato quanto prima possibile un elenco delle specie escluse dal campo di applicazione della deroga.
In attesa che siano adottati criteri adeguati a livello comunitario, le disposizioni applicabili ai materiali di riproduzione vegetativa diversi dai tuberi-seme di patate sono lasciate a discrezione degli Stati membri.

2.8.05

Il mercato delle sementi professionali nel 2004

Il mercato dell’ortaggio fresco ha vissuto nel 2004 un anno difficilissimo, con ovvie conseguenze negative anche sui risultati economici delle aziende sementiere del segmento professionale. Ad una partenza tutto sommato positiva, hanno infatti ben presto fatto seguito problemi di sovraproduzione favoriti dal buon andamento stagionale, in Italia così come nel resto d’Europa. Nel contempo, mentre la stagnazione economica che stiamo attraversando ha portato le famiglie italiane a diminuire i consumi di ortaggi, i mercati e la GDO in testa hanno potuto beneficiare di produzioni abbondanti e di qualità, delle più diverse provenienze (Spagna, Nord Europa, Nord Africa, Paesi dell’Est). La domanda contratta e l’offerta abbondante hanno determinato il più grave crollo dei prezzi degli ortaggi freschi all’origine che si sia mai registrato, messo drammaticamente in evidenza da prezzi al consumo superiori di 10-20 volte a quelli pagati al produttore. La mancanza di liquidità da parte di agricoltori e vivaisti ha portato alcuni di essi ad abbandonare l’attività (con buona pace dei crediti delle aziende sementiere), oppure a cercare soluzioni alternative, nel tentativo di contenere i costi di produzione. Alle sementi originali, di qualità, si è giunti a preferire quelle riprodotte, facendo balzare nel nostro Paese tale attività non autorizzata a punte mai viste. Si è persino fatto ricorso alla riproduzione vegetativa non autorizzata degli ibridi maggiormente diffusi, con evidenti ripercussioni negative per l’intero settore. L’AIS si è impegnata per cercare di limitare gli effetti negativi di tali azioni, cercando di attivare collaborazioni con i vivaisti (COVI) e di sensibilizzare anche la GDO; la strada da percorrere è però ancora lunga ed impegnativa. Per quanto riguarda il mercato, i prodotti maggiormente penalizzati dalle quotazioni sono risultati gli ortaggi facilmente conservabili e trasportabili quali cipolle, zucche, carote, pomodori, peperoni, angurie e meloni. Il fenomeno delle riproduzioni non autorizzate ha avuto invece ripercussioni negative sulle sementi di lattuga-indivia e di finocchio, al punto che alcune ditte estere costitutrici hanno sospeso l’introduzione e la diffusione in Italia delle loro novità, con ovvie conseguenze per la qualità e competitività delle produzioni orticole nazionali. Dal punto di vista normativo, il settore attende impaziente l’attuazione da parte del nostro Ministero della decisione 2004/842/CE del 1° dicembre scorso, in merito alla commercializzazione di sementi di varietà in corso di iscrizione. Tale provvedimento, oltre a ridare interesse al Registro italiano e permettere di presentare con immediatezza le nuove varietà ai produttori, dovrebbe eliminare quelle sperequazioni createsi nel tempo tra i diversi paesi della Comunità.