Informazioni sull'import export di sementi e sui volumi di acquisto e vendita online di semi.

16.2.05

Import export sementi geneticamente modificate

Una pioggia di disdette sugli ordinativi di mais e soia prodotti negli Stati Uniti hanno avuto l'effetto di un cataclisma per l'economia agricola d'Oltre Atlantico.
Dall'Europa, ma anche dal Giappone e dall'America Latina, l'imperativo dei grandi importatori di materie prime alimentari è ormai quello di escludere l'acquisto delle sementi geneticamente manipolati, che le industrie dell'agro-alimentare non vogliono introdurre nella propria filiera produttiva e che i consumatori non vogliono che entrino a far parte della propria dieta.
La grande compagnia di import-export di materie prime alimentari dell'Illinois "Archer Daniels Midland" ha perciò formalmente comunicato ai produttori agricoli statunitensi che "la richiesta delle sementi tradizionali sta aumentando all'estero e anche sul mercato interno". Anche i consumatori statunitensi iniziano a manifestare segni di sfiducia verso le sementi geneticamente manipolate. "Abbiamo creduto nelle sementi biotec in buona fede, ritenendole sane e remunerative.
Ma i fatti ci dicono che mentre le previsioni stimavano un aumento delle vendite del 20% -ammette Gary Goldberg, direttore dell'Associazione americana dei coltivatori di mais - avremo invece una contrazione delle vendite del 20-25%". Il crollo nelle esportazioni delle sementi geneticamente manipolate è stato accolto dalle principali piazze finanziarie del pianeta con un generale deprezzamento dei titoli azionari delle industrie biotec.
Alla borsa di New York lo scotto maggiore è stato pagato dalla multinazionale Monsanto che, in tredici mesi, ha dimezzato il valore del proprio titolo. Nei riti della democrazia economica, il verdetto delle borse internazionali non lascia scampo: il sempre più convinto rifiuto dei consumatori europei verso la proposta di una alimentazione geneticamente manipolata sta sin qui prevalendo nel braccio di ferro che li oppone alle multinazionali del settore.
Deutsche Bank, uno dei colossi mondiali del credito, aveva da tempo previsto la tempesta che si stava abbattendo sui titoli dell'industria biotecnologica.
Già in un rapporto di giugno ‘99 gli analisti di Deutsche Bank consigliavano i propri investitori di vendere le azioni in portafoglio del colosso sementiero statunitense Pioneer Hi Bread. Le motivazioni contenute nel rapporto suonavano eloquenti: "Oggi il termine Organismi Geneticamente Manipolati è un peso. A nostro avviso gli Ogm una volta ritenuti l'evento trainante nei rialzi in borsa per il settore verranno ora visti come paria. Gli Ogm stanno diventando in modo crescente un peso per gli agricoltori.
Si potrebbe sviluppare un mercato sementiero a due corsie dove i prodotti "migliorati" geneticamente si venderanno sotto prezzo rispetto a quelli non manipolati. Questo, in effetti, sta già accadendo per le industrie alimentari europee".
Gli analisti tedeschi ricordavano inoltre che " (...) dozzine di sementi biotecnologiche sono state oggetto di operazioni di import export.
E' in questo senso emblematica la conclusione che traggono gli analisti tedeschi: (...) il modo in cui abbiamo imparato a visualizzare la catena del valore nel caso delle sementi biotecnologiche va rivoltato da cima a fondo. In teoria (e in pratica da diversi anni), le compagnie sementiere possono vendere i loro prodotti geneticamente modificati con un certo ricavo ai coltivatori, e tutto questo perché c'è un valore ricavo per il destinatario finale.
Ergo, la resistenza dei consumatori all'import export di sementi ha ridotto a zero il loro margine di profitto.
Articolo su http://sementi.blogspot.com/

9.2.05

Sintesi dati import export delle sementi 2003

Sul sito dell'Associazione Italiana Sementi (www.ais.it) c'è una tabella con tutti i dati di riepilogo per le importazioni e le esportazioni di sementi in Italia negli anni 2002 e 2003.
Per prendere visione del trend import export sementi è sufficiente visitare la pagina: www.sementi.it/dati_statistiche/sintesi_sementi_italia.htm

8.2.05

Monocoltura OGM per le sementi

Il passo successivo operato dalle ditte sementiere locali passate sotto il controllo del biotech è stato quello di ritirare dal commercio la quasi totalità delle sementi precedentemente commercializzate, imponendo una sostanziale monocoltura OGM in aree storicamente ricche di bio-diversità alimentare.
Con le nuove sementi OGM vanno naturalmente i diserbanti e i pesticidi prodotti dalle stesse ditte sementiere o da società collegate facenti capo alla stessa casa-madre.

7.2.05

Sementi da salvare

Chi coltiva (o vuole coltivare) varietà di piante antiche e fuori commercio può rivolgersi all'Associazione civiltà contadina. Nei cataloghi italiani di sementi, ancora nel 1988, si trovavano quelle per il melone «Banana», lungo 50 centimetri con pelle giallognola, buonissimo di sapore e a forma - appunto - di grossa banana. Scomparso da allora dai nostri mercati, questo frutto è sopravvissuto in Canada - grazie ai semi portati nel 1920 da un emigrato italiano - ed è ora a disposizione degli agricoltori di tutto il mondo.
Un altro «desaparecido» vegetale, però non più recuperato, è il sedano violetto, così descritto in un catalogo della ditta Sgaravatti del 1934, l'ultimo anno in cui esso appare: «Produce grosse coste carnose, tenere, violette, assai gustose». Ma la storia veramente più gustosa - fuor di metafora - è quella del «JimmyNardello's Pepper ». Giuseppe Nardello, partito da Ruoti, piccolo villaggio della Basilicata, sbarcò nel 1887 negli Stati Uniti portando con sé un sacchetto di semi dei«suoi» peperoni, per ricordare così il «sapore» del paese natale. Nel 1983, un suo discendente, Jimmy Nardello, ormai anziano, chiamò l'associazioneamericana Seed Savers Exchange, che si occupa del salvataggio di varietà e razze di semi coltivati in via di estinzione e le donò i semi di questo ortaggio a lui così caro, semi che oggi fanno parte delle 1.200 razze di peperoni conservati dall'associazione. La Convenzione mondiale sulla biodiversità, lanciata nel summit sull'ambiente di Rio de Janeiro nel 1992, oltre ad avere come scopo la salvaguardia dell'infinita varietà di specie vegetali ed animali, dovrebbe preservare anche quella creata, nei millenni, dal lavoro di selezione di milioni di coltivatori di tutto il mondo. Un'opera umile e misconosciuta che ha portato a ottenere dalle piccolissime spighe di mais delle altitudini andine, coltivate dagli Incas, le stupende pannocchie di oggi. E dalle graminacee selvatiche del Medio Oriente utilizzate dai primi agricoltori del Neolitico, le spighe di frumento che biondeggiano nei nostri campi. Come ricorda Alberto Olivucci, nel suo libro «Salva i semi», chi conserva varietà di piante antiche e fuori commercio dovrebbe mettersi assolutamente in contatto con i seed savers, oggi rappresentati in Italia dall'Associazione civiltà contadina di Cesena (www.civiltacontadina.it).
Articolo su http://sementi.blogspot.com/

1.2.05

La brevettabilità delle sementi

Il controllo alimentare è completo se si considera che i contadini, a differenza del passato, questa volta non avranno la proprietà e la disponibilità assoluta delle sementi. E' infatti vietato dalle condizioni di vendita delle sementi il riutilizzo di parte del raccolto per la semina dell'anno successivo.
La particolare natura di "scoperta" riservata dalla legislazione americana e da quella internazionale (in parte ancora da definire) alle sementi biotech, permette al produttore di imporre all'acquirente di NON riutilizzare le sementi per raccolti successivi.
Per fare un esempio che permetta di comprendere meglio il nuovo rapporto che si instaura tra ditta sementiera e contadino, si pensi al contratto di utilizzo di un software per computer, la cui proprietà rimane sempre al produttore L'acquirente della licenza del software (e degli alimenti OGM) ha diritto all'utilizzo del bene entro i limiti definiti dal venditore.
Attraverso le fasi precedentemente illustrate, si sarà compiuto il controllo della produzione alimentare.

Principali effetti del controllo alimentare tramite la produzione e la commercializzazione dei sementi sono:
1) la completa dipendenza alimentare di intere popolazioni da pochi centri di affari;
2) distruzione della biodiversità alimentare e di culture agricole;
3) rilascio nell'ambiente di spezzoni di genoma e cross-impollinazioni selvagge;
4) inquinamento da irrorazione generalizzata di super-pesticidi;
5) alterazione definitiva degli equilibri ambientali;
6) desertificazione dei suoli marginali.
7) emarginazione di piccoli agricoltori che andranno ad ingrossare il numero di derelitti che affollano le periferie di megalopoli in paesi sottosviluppati;
8) accentuazione di fenomeni immigratori;
9) spaventosi conflitti sociale, guerre, malattie;
10) trasferimento di ricchezze enormi dai poveri ai ricchi del mondo;